Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

di il
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Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

Ho scritto: 'interessante', ma in realta' e' decisamente meglio 'figo'!!!!

Ho l'impressione che ci sia una generale sottovalutazione di quello che si impara all'universita'.

Invece sono stra-convinto che non sia cosi': semplicemente lo studente non si rende conto di quello che sta' imparando, e del fatto che il mondo del lavoro richiede, certamente, competenze diverse da quelle che si stanno imparando, ma il problema e' che queste competenze sono delle semplici banalita' (a parte, evidentemente, qualche eccezzionalissimo caso).

Ad esempio, ho scoperto con esterreffazione/orrore/ribrezzo/terrore, che ci sono dei corsi di informatica in cui non si insegna teoria dei grafi (argomento STRA-interessante) e ALGEBRA LINEARE: ma come si fa' a non studiare algebra lineare, dico io.

Quindi, domandona di rito: che cosa avete imparato (o state studiando) all'universit'a, che poi non avete piu' usato, ma che era DECISAMENTE interessante?

In alternativa: CHE COSA avete trovato (o state trovando) INUTILE studiare?

Ad esempio, mi e' capitato di ripassare alcuni concetti di ricerca operativa, in particolare Programmazione Matematica/Lineare/Intera.
Chi si e' inventato gli algoritmi per risolvere questi problemi era decisamente un 'grande'

INTERESSANTE:
- ricerca operativa
- calcolo numerico
- algebra astratta

INUTILE:
- tutto quello che ho studiato mi e' stato, prima o poi, utile

29 Risposte

  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    Com'è noto, ho compiuto la prima parte dei miei studi in Italia negli anni Ottanta, come scienziato di base, in una Università con secolare tradizione d'eccellenza.

    Sfortunatamente, come all'epoca imposto per disposizione ministeriale e appoggiato dalla mentalità di troppi docenti, il corso di laurea tradizionale in Scienze Matematiche era impostato e concepito in funzione ancillare alle applicazioni fisiche, con esami obbligatori totalmente inutili: eccessivo spazio concesso a quel calderone denominato Analisi, e soprattutto una sfilza di superflui esami di fisica (Fisica I e II, Fisica Matematica, Meccanica Razionale...) che in nessun altro corso generalista di laurea in Matematica sul resto del pianeta (Russia inclusa) rivestono carattere di obbligatorietà o hanno l'estensione, la centralità e l'importanza che avevano nel programma del vecchio ordinamento.
    Chi, per motivi anagrafici, fosse del tutto alieno a tali considerazioni può leggere, ad esempio, "La serva padrona" di Bottazzini e Boncinelli per avere un quadro più completo di tale deformazione didattica che ha imperato in Italia per decenni (e magari anche "Matematica senza numeri" di G. Spirito, Newton Compton).

    Non ho dubbi quindi nel classificare tali insegnamenti (peraltro in buona parte già ricevuti nell'ottimo Liceo Scientifico frequentato, sebbene con ovvie differenze nei formalismi utilizzati, ma perfettamente validi dal punto di vista concettuale) tra il ciarpame inutile: ancor oggi provo enorme imbarazzo nel dover spiegare ai colleghi del sistema scolastico USA/UK di aver dovuto obbligatoriamente sostenere esami del genere, invece di dedicare il dovuto spazio alla matematica discreta, alla logica, alla combinatorica o alla topologia. Fortunatamente ho avuto ampio modo di rifarmi, specialmente nella seconda parte di quegli 11 anni accademici che costituiscono il corpus dei miei studi universitari ante formazione aziendale, peraltro approfondendo a parte anche quelle (poche) parti di fisica che mi erano utili, come la fisica dello stato solido o l'elettrofisica.

    Quanto alle cose realmente interessanti che ho studiato e continuo a studiare, l'elenco rischia di essere troppo lungo per un singolo post e spazia dalla logica matematica alla filosofia, dall'epistemologia alla microelettronica, dall'ottimizzazione in ogni sua forma alla teoria dei sistemi...

    Di certo l'area tematica maggiormente interessante e utile con la quale ho a che fare da decenni è la Logica. L'informatica teorica (teoria della ricorsione o calcolabilità) è ufficialmente una branca della logica. Lo stesso vale per i fondamenti della Matematica e per la teoria della dimostrazione (in particolare dimostrazione automatica: vedi teorema di Herbrandt, Prolog e derivati). La Logica, a sua volta, è una teoria dei reticoli e quindi ha immediate (e insospettate) connessioni con l'algebra universale e la teoria delle categorie. Ma non basta. I più importanti linguaggi formali di specifica e verifica sono di tipo algebrico-logico. L'elettronica digitale, combinatoria e sequenziale è la più immediata applicazione della logica booleana e modale (temporale). La teoria del controllo logico ha un'importanza fondamentale nel campo dell'automazione. La stessa teoria dell'argomentazione è una branca della logica, così come buona parte della filosofia (specialmente quella analitica) e dell'epistemologia... il fulcro delle scienze formali e del pensiero critico è la Logica, i logici sono i veri scienziati universali nel senso rinascimentale dell'espressione. Dunque è certamente questa la cosa di gran lunga più interessante che la mia condizione di studente a vita mi ha regalato: la consapevolezza che le mie conoscenze e competenze si situano al più importante crocevia della razionalità e uniscono in modo solidissimo decine di discipline formali e applicative, solo apparentemente disconnesse.
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    MAW, tu sei un caso anomalo:

    secondo la mentalita' corrente, hai sprecato 3/4(/5/6 ???) anni in Dottorato e PostDoc, invece di andare a guadagnarti la pagnotta fin da subito perche' laureato e assolutamente incompetente rispetto a un diplomato con 3/4(/5/6) anni di esperienza in piu'

    E sei andato a fare cose assolutamente inutili invece di pensare alla fuoriserie, alla fidanzata bionda, a passare le vacanze in Spagna a spese di papa', ai selfie, a bere birra, a fare surf sul tetuccio della macchina dell'amico ...

    Ma dimmi te, oggi, quanti sanno che cosia SIA la Logica Matematica !!!! Si possono contare sulle dita della mano di un monco
    A quanto sembra, non sanno nemmeno piu' parlare in Italiano!!!!!

    Ma a parte le battute, mi genufletto (fino al pavimento ed eventualmente prendo un piccone per andare ancora un po' piu' sotto ) a fronte di una scelta che ha dato (nel tuo caso) e (speriamo) dara' i suoi frutti.

    E' certo che nessuno dei 57 (al momento in cui sto scrivendo questo post) utenti che hanno letto il post iniziale hanno avuto il coraggio di dire:

    decondo me l'informatica/la materia A/B/... e' una cagata pazzesca
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    MAW non ho mai letto parole più sagge..

    Corso di laurea in Ing. Industriale e, come precisamente dici, mi sono ritrovato a studiare una quantità di materia quasi inutili. Alcune le hai gia nominate, le varie analisi per esempio.. anche io ho avuto l onore di sostenere meccanica razionale, fisica e via dicendo.
    Ho una mia teoria però, ovvero, non penso che siano completamente inutili ma è inutile la maniera con la quale te la fanno affrontare. Infatti può essere logico e razionale che ad un ingegnere venga insegnata l analisi matematica, quello che non trovo utile però è andare a certi livelli di profondità della materia...quello si che e inutile..

    Purtroppo nelle università italiane dovrebbero cambiare sistema di insegnamento e rivedere il programma studi perché è un insieme di bla bla bla e teoria, alla gente manca la pratica.
    Io vedo la gente che non sa usare excel..ma come fai ad essere laureato in Ing., economia ecc e non sapere fare una pivot? una basic Macro in excel?
    Concludendo:

    Interessanti:
    Ric. operativa
    Fond. Info
    Economia applicata all ingegneria,
    Project management

    Inutili,
    Mecc. razionale,
    tecnologia meccanica.

    Aggiungo la categoria
    Sembravano inutili ma alla fine mi hanno aperto la mente
    Fis. tecnica,
    Gestione delle macchine e sistemi energetici.

    @migliorabile..ho letto diversi post scritti da te e mi sembri molto competente...potresti gentilmente darmi un consiglio sul tread aperto da me?

    Luca
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    Per imparare a usare Excel basta comprarsi un libro e studiare!
    Se uno non lo sa fare, certo non e' responsabilita' di un' Universita' colmare una lacuna del genere!
    Se poi un Ingegnere non sa usare Excel, vabbe', e' un Ingegnere

    Compito di un'Universita' NON E' quella di preparare lo studente ad uno specifico lavoro, ma preparare uno studente ad affrontare QUALUNQUE lavoro gli si presenti di fronte (compatibilmente con il corso universitario, evidentemente )
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    D'accordo sul fatto che debba prepararti ad un qualunque lavoro, compatibilmente al campo e/o percorso di studi..

    Non sono d accord sull esempio di excel.. Certamente una persona si deve preparare...io mi sono studiato le macro in VB e quando ho bisogno le faccio e tutto da autodidatta...
    Dico solo, generalizzando, che l universita dovrebbe "perdersi" anche un po nell insegnare qualcosa di pratico... ma ci sono opinion differenti..e questo il bello..

    Mi sembri una persona molto intelligente e competente...se mi dicessi la tua opinion in merito al tread aperto "Cambiamento di carriera" mi faresti un favore...

    Luca
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    Tutto quello che ho studiato mi e' stato, prima o poi, utile!
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    Riguardo quel guazzabuglio chiamato analisi, al quale viene data una centralità decisamente eccessiva nelle facoltà scientifiche italiane, vale la pena di riportare testualmente, per l'ennesima volta, quanto scrive in merito il noto matematico Paul Halmos in un suo .
    Calculus books are bad because there is no such subject as calculus; it is not a subject because it is many subjects. What we call calculus nowadays is the union of a dab of logic and set theory, some axiomatic theory of complete ordered fields, analytic geometry and topology, the latter in both the “general” sense (limits and continuous functions) and the algebraic sense (orientation), real-variable theory properly so called (differentiation), the combinatoric symbol manipulation called formal integration, the first steps of low-dimensional measure theory, some differential geometry, the first steps of the classical analysis of the trigonometric, exponential, and logarithmic functions, and, depending on the space available and the personal inclinations of the author, some cook-book differential equations, elementary mechanics, and a small assortment of applied mathematics.
    Non occorre aggiungere altro, credo.
    Se poi qualcuno pensa convintamente che scimmiottare a memoria i passaggi della dimostrazione del teorema di Fubini o di Banach-Caccioppoli, imparare a pappagallo la definizione di lipschitzianità, memorizzare un poker di definizioni di punto d'accumulazione per poi sciorinare all'esame solo quella "giusta" secondo il docente o impuntarsi a ritenere "più rigorosa" la definizione inutilmente restrittiva di ring of sets usata in teoria della misura rispetto a quella universalmente valida in combinatorica possa davvero "aprire la mente"...
    Quadruplo quando poi tutto ciò avviene a scapito di rigorosi approcci alla teoria della dimostrazione e alla coerenza assiomatica, limitandosi ad imparare acusmaticamente per emulazione come nelle bottege artigiane medievali o alla scuola dei peripatetici quello che è il vero e unico oggetto sociale delle scienze formali: "fare dimostrazioni". Che nel nostro caso specifico sono anche dimostrazioni costruttive, nella schiacciante maggioranza dei casi: quindi algoritmi, in ultima analisi. Gli applicativi, tutti quanti, si occupano invece d'altro, per quanto altisonanti siano i titoli che si danno e la boria di scopritori dei segreti della Natura che troppo spesso li accompagna.

    Riguardo alla Logica trattata come Cenerentola, non si tratta certo di un problema nuovo. Recentissimamente ne abbiamo accennato qui, ad esempio, ricordando anche incidentalmente che il grandissimo Edsger Dijkstra (ironia della sorte, un grande informatico teorico con studi di fisica matematica alle spalle) lamentava già il medesimo problema a tutt'altre coordinate spaziotemporali.
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    Io ho fatto ingegneria civile edile, e poi dottorato in dinamica delle strutture, purtroppo non ho passato il concorso per ricercatore ma è un'altra storia. Mi sono interessato di informatica perché allora uscivano i primi 8088 e ho vissuto in bilico tra due mondi. Mentre facevo i miei primi esami, invertire una matrice anche solo 10x10 era un'impresa, verso la fine del corso di laurea era normale usare il PC per sistemi sparsi con centinaia di GDL inebriandosi dell'immensa capacità di un HD da 20 megabytes - lo scrivo per esteso, per ovvi motivi

    La genesi della mia tesi di laurea sarebbe forse pertinente al discorso che si sta facendo. Sostanzialmente mi sono interessato di un problema di tecnica delle costruzioni che ho algoritmizzato in condizioni di grande generalità, e mi sono stati utili concetti apparentemente lontani, come lo z-buffer e altre idee dell'area applicativa della grafica. Non solo in base a questo, posso dire che non esiste a mio parere un argomento troppo lontano dal problema che si sta affrontando: prima o poi cose apparentemente scorrelate appariranno spesso molto intrecciate, più raramente facce della stessa medaglia. Penso che il mio lavoro abbia aperto una piccolissima strada in un piccolo ramo collaterale di un settore limitato, ma per quanto non sia appunto un risultato eclatante, ho potuto dire qualcosina di nuovo proprio perché ero tra i pochissimi del mio indirizzo di laurea che si interessò delle possibilità dell'informatica non solo come utente finale.

    Scendendo dall'empireo delle idee alla risposta "bruta", e pur forse essendo leggermente OT data la mia formazione lontana dall'informatica, direi che il mio errore più grande è stato approfittare della non obbligatorietà di certi esami e quindi di non averli fatti: probabilità e statistica, algebra lineare e ricerca operativa. Mi spiace aver studiato malvolentieri fisica tecnica la cui immensa importanza riconosco solo ora e poco altro, ma davvero l'informatica non c'entra più.

    Tirando le somme, davvero, forse anche antropologia potrebbe fornire ottime idee a un informatico. Non riesco a vedere niente che non possa fare comodo e non se ne sa mai abbastanza.

    [EDIT] Odiavo meccanica razionale ma poi ho scoperto tanto tempo dopo la sua fondamentale importanza applicativa.
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    migliorabile ha scritto:


    MAW, tu sei un caso anomalo:

    secondo la mentalita' corrente, hai sprecato 3/4(/5/6 ???) anni in Dottorato e PostDoc, invece di andare a guadagnarti la pagnotta fin da subito perche' laureato e assolutamente incompetente rispetto a un diplomato con 3/4(/5/6) anni di esperienza in piu'

    E sei andato a fare cose assolutamente inutili
    A proposito di capacità dei neodiplomati, io ho avuto la "fortuna" anagrafica di vivere appieno la grande rivoluzione dei personal computer fin dai suoi albori, in un'epoca in cui perfino a livello accademico scarseggiavano competenze come la programmazione Assembly su Z80 o x86. Inoltre, fin dai 14 anni, invece di bighellonare perdendo pomeriggi al bar o prendendo a pedate dei palloni, frequentavo corsi serali intensivi pluriennali presso un Centro di Formazione Professionale su temi all'epoca futuribili: informatica, automazione, elettronica... Così, a 18 anni, al termine del Liceo Scientifico (che peraltro in una delle tante sperimentazioni offriva già dal biennio corsi di fisica, chimica, biologia e informatica), possedevo già competenze applicative in campo informatico che mettevano alla gogna intere legioni di canuti ingegneri e periti.
    Inutile rimarcare che oggi i diplomati (e gli stessi laureati) sono anni luce indietro rispetto a quei livelli, ma il fatto gravissimo è che non sanno di non sapere.

    Comunque sia, per entrare a lavorare nella "bottega" che mi ha assunto il PhD è il minimo pezzo di carta richiesto ufficialmente da metà anni Ottanta - prima si accontentavano anche di un Master, e in via eccezionale di una semplice laurea scientifica vecchio ordinamento, diciamo nell'era pionieristica, fino a fine anni Settanta. Dopo avere superato esami di selezione che hanno richiesto circa sei mesi, ho avuto l'onore di essere uno degli otto selezionati tra oltre mille partecipanti. Ma questo è stato solo l'inizio, perché dopo ho dovuto superare quattro anni di corsi interni (nei quali, ebbene sì, si può sempre essere "bocciati" e destinati ad altri incarichi, nonostante la selezione iniziale) prima di metter mano a progetti del real world. Il tutto per fare, come giustamente sottolinei, cose "assolutamente inutili": perché non prevedono l'uso di tecnologie alla moda, java, multitier, database relazionali, web, eccetera...

    Per il resto, suggerisco di leggere con attenzione questo post, ad esempio. Nel mio mestiere non basta certo far bene una volta, all'inizio, da giovani e freschi di studi...

    Tutto ciò ovviamente non ha alcuna motivazione di assurdo vanto personale, perché il sottoscritto - seppure parte di una ristretta elite - è comunque un professionista tra gli altri: primus inter pares. Si vuole invece sottolineare che certi "mondi" semplicemente iniziano laddove gli orizzonti delle masse finiscono... e che il lavoro dei progettisti di grandi sistemi embedded critici è estremamente diverso dalla percezione che ne ha la schiacciante maggioranza degli "addetti ai lavori" ICT, inclusi quelli che hanno qualche barlume d'esperienza nei settori di base dell'automazione e del controllo e che generalmente pensano che il tutto si riduca a programmare qualche FPGA in VHDL o usare il solito Matlab con qualche package per simulare e generare il codice di controllo destinato a qualche DSP o SoC. Diciamo solo che al posto di "qualche FPGA" ci sono due o trecento MCU e SoC, spesso totalmente custom (progettate e convalidate a monte), e che invece del banale applicativo per PC c'è un apposito cluster di mainframe (es. IBM Z10 e Z13, ma anche macchine e architetture totalmente proprietarie dalle viti al SO, dal silicio alle applicazioni) programmato rigorosamente inhouse che di volta in volta simula in tempo reale l'intero sistema, inclusa tutta la fisica-chimica, dopo avere convalidato la specifica formale e l'interpretazione astratta di tutto il codice coinvolto (qualche MLOC come ordine di grandezza), generando i necessari certificati convalidati poi da enti terzi...
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    Io ho frequentato Informatica alla Sapienza di Roma nel lontano 1989, il primo o secondo anno che la misero lì...
    Allora erano 4 anni e il primo biennio quasi tutto matematica e fisica (Analisi 1 e 2 algebra geometria, fisica 1 e 2 ecc...)
    Ma anche esami come calcolo numerico che mi piaceva molto, teoria e applicazione macchine calcolatrici, logica e sopratutto Teorie Elaboratori elettronici e Algoritmi e strutture dati 1 e 2 (i primo esame a quel tempo curiosamente era fatto da due scritti e due orali!!)
    Si usava parecchio il Pascal, poi anni dopo usarono il C...
    Poi ci furono linguaggi formali e compilatori e Paradigmi di Programmazione
    Erano quelli che mi piacevano di più...
    Poi c'era anche metodi per il trattamento dell'Informazione, noto "Muro" da scavalcare per chi volesse laurearsi, ma non lo feci mai,a 8 esami dalla laurea mio padre morì, presi una pausa e poi... non continuai più!
    Peccato, mi avrebbe dato migliori opportunità lavorative (il pezzo di carta, non quello che si impara che serve generalmente a poco o nulla)
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    alex67a ha scritto:


    Peccato, mi avrebbe dato migliori opportunità lavorative (il pezzo di carta, non quello che si impara che serve generalmente a poco o nulla)
    Di nuovo questa sciocca (volevo scrivere altro !!!) idea che quello che si impara serve poco o nulla: ma chi acciderbolina lo ha detto!!!!!

    Tanto per ritornare al TOPIC del thread: CHE COSA secondo te, avresti imparato e non ti sarebbe servito a nulla???
    E che cosa avresti voluto imparare!

    E basta con questa baggianata che vale SOLO il foglio di carta: non c'e' diplomato (medio) con esperienza che sia comparabile con un laureato (medio) con gli stessi anni di esperienza. Escludiamo i casi limite (diplomati con tanta passione/laureati scansafatiche!!!!)
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    non c'e' diplomato (medio) con esperienza che sia comparabile con un laureato (medio) con gli stessi anni di esperienza
    Beh, su questo non sarei totalmente d'accordo, lo dico per esperienza. Ho lavorato con ingegneri che, pur essendosi laureati con il massimo dei voti e tanta teoria nella testa, all'atto pratico hanno avuto molte difficoltà, ma questo non solo agli inizi (il che ci può stare), ma anche dopo anni di lavoro. Ma intendiamoci, ho avuto a che fare con altri decisamente in gamba.
    Questo solo per dire che gli studi servono sicuramente (e ci mancherebbe altro!) ma non bastano: ci vuole passione, volontà e dedizione per il proprio lavoro. Altro fattore mooolto importante è l'ambiente di lavoro nel quale ti andrai a trovare: io non sono laureato e qualche rimpianto ce l'ho, ma ho avuto la fortuna di lavorare in aziende (soprattutto una) che mi hanno dato modo di crescere professionalmente stimolandomi continuamente e che credo (spero) di averle ripagate con il mio operato.
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    Lucios, sono d'accordo con quel che dici quasi al 100%...
    Dei miei due migliori amici (gente che conosco da 35 anni e passa che eravamo bambini, mica la conoscenza superficiale che ti dice chissà cosa per vantarsi), uno lavora in IBM, l'altro si è occupata della programmazione delle sonde che vanno in orbita terrestre all'agenzia spaziale europea e mi hanno raccontato parecchie cose...
    Ci sono laureati veramente in gamba e laureati che fanno l'esame e due mesi dopo hanno scordato la gran parte di quello che hanno studiato, a loro interessa il pezzo di carta che dà "il posto sicuro" in una grande S.P.A. e sono assai di più di quel che potresti pensare...
    Il vero problema a mio parere è che in Italia l'informatica (come tanti altri mestieri nel nostro paese) non valorizza chi lavora, non fa piani a lungo termine, basta il guadagno immediato alle spalle di chi lavora, con ambienti di lavoro pessimi e eccessivamente stressanti
    E penso che in questo mestiere, a differenza per esempio della medicina o della polizia scientifica (scusa il paragone. è quello che conosco meglio dato che quasi tutti i miei parenti lavorano li), la passione giochi un ruolo molto più grande, quello che serve si impara a parte casi particolari
    E l'ambiente è importantissimo, il mio amico che lavorava all'ESA se ne è andato per questo e ha lasciato l'informatica tout court dove guadagna meno ma può dedicare più tempo a se stesso e ai suoi interessi, c'è chi si realizza nel lavoro e chi trova fondamentali altre cose nella vita, scelte entrambe legittime
    Tornando all'università, io l'ho fatta molti anni fa e ti dico che insegna molte cose teoriche ma quasi nulla di pratico...
    Fare un algebra a tre livelli per il confronto di stringhe ?
    AHAHAHAHAH!
    il 90-95% dei laureati dei miei tempi non avrebbe saputo implementarlo correttamente (compreso io eh ?), poi se deve cambiare qualcosa un non laureato o chi ha studiato queste cose 10 anni prima e passando col 25 che di questo esame non fregava nulla e ha dimenticato tutto un mese dopo...
    Può darsi che in seguito siano cambiati degli insegnamenti ad informatica ed ora la facoltà sia più a contatto con la realtà lavorativa, non saprei dirtelo...
    Ma il 90% dei programmatori che ho incontrato in 20 anni è non laureata, ha solo una gran passione e insaziabile fame di conoscenza sulla materia
    Poi per carità, una laurea ti dà un metodo di studio che un non laureato non ha, ma il mio amico in IBM l'ha usata all'inizio quando l'hanno messo sotto per imparare tante cose nuove e in fretta, per poi mettersi a programmare in un linguaggio arcaico e infine pian piano a passare ad altre attività che con la programmazione c'entravano sempre meno
    Ma il posto sicuro (oggi non è più sicuro nemmeno lì!!) e un bello stipendio ce l'ha...
  • Re: Cose 'interessanti' ;-) che si imparano all'universita'

    @alex67a: parli di realta' lavorativa.

    La domanda sorge spontanea: QUALE realta' lavorativa?

    Quella per il mondo Web?
    Quella legata ai processi industriali?
    Quella relativa alla progettazione di sensori per satelliti?
    Quella che si occupa di fraud detection?
    Quella che si occupa di robot industriali?
    ...
    Ce ne sono altre n-mila

    Ogni settore in cui viene usata l'informatica ha necessita' specifiche: quindi
    1) o l'universita' si specializza in un certo settore e chi esce da li fara' per tutto il resto della vita solo quello (approccio americano da quanto capisco). Questo implica l'esistenza di n-mila universita' con caratteristiche leggermente distinte (una scemenza)
    2) oppure, l'universita' fornisce un background COMUNE per tutte queste specializzazioni e poi uno approfondisce in base al lavoro che svolgera'.

    C'e' una cosa strana, comunque: i laureati italiano sono molto ben visti all'estero. Chissa' perche'!

    Dici di avere amici da 35 e passa anni, questo vuol dire che hai una certa' eta'!
    Ma nella tua esperienza professionale, NON HAI MAI CAMBIATO settore tecnico?

    Io lascerei stare la questione della realizzazione mediante il lavoro o mediante altro: sono fondamentalmente stupidaggini!
    La questione e' molto piu' banale:
    - lavori 8 ore al giorno
    - 8 le dedichi a dormire
    - le rimanenti <8 per le tue necessita'

    Quello che di ti porta la pagnotta sul piatto e' il lavoro.

    Quindi:

    1) o fai un lavoro che ti piace
    2) oppure fai un lavoro in cui spegni il cervello per 8 ore e semplicemente attendi di arrivare alla fine della giornata per riaccenderlo

    Se uno si e' laureato, non e' certo per ragionare come al punto 2) !!!!

    Nota: non e' un'algebra a tre livelli ma un'algebra a tre valori e NON SI USA per fare confronto tra stringhe, ma, ad esempio, per implementare una Form Web di ricerca!!!
    E se il 90/95% dei laureati della TUA universita' non avrebbero saputo implementarla, mi sa che e' SOLO una TUA opinione/speranza !!!!

    Ma non e' cosi'!
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