Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

di il
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Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

Salve, vorrei sottoporvi questa domanda che molto spesso è stata fatta in modo piuttosto generico e che io adesso la voglio calare nel mondo della programmazione.
Parto nel dire che sono uno studente universitario e frequento il corso di laurea d'informatica;
Sono uno studente che mira molto in alto e nel primo semestre non è andato poi cosi male 30l, 27 e 23. Adesso che sono nel secondo semestre già comincia a logorarmi l'idea di rifiutare voti al di sotto del 25.
Il problema è che il mio studio è ossessivo, studio H24 e quindi vorrei voti sempre alti, ma ciò non accade perchè non ho un metodo di studio efficace.

Quindi, sorvolando queste chiacchiere vorrei chiedervi a voi programmatori:

1)QUANTO CONTA IL VOTO DI LAUREA TRIENNALE IN INFORMATICA NEL MONDO DEL LAVORO?
2)Sapete consigliarmi un metodo di studio che avete utilizzato?(questa domanda è più per gli studenti che sono già avanti con gli anni d'esperienza universitaria).

P.S. La risposta alla prima domanda tiene conto che comunque vorrei proseguire gli studi con la specialistica, non so ancora cosa di preciso, ma l'intenzione c'è al 100%.

Grazie mille in anticipo a tutti...

9 Risposte

  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    Se, come azienda, devo scegliere tra due laureati, secondo te, quale scelgo?
    Se, un domani, vuoi proseguire gli studi (mai dire mai), il voto e' fondamentale.

    Ovviamente dipende dal lavoro che stai cercando e dalla serieta' dell'azienda: le aziende serie scelgono (nel bene o nel male), in base al voto, ovviamente, perche' e' lo strumento che da un'idea dell'impegno dello studente durante il periodo di studio.

    Meglio voto piu' basso ma stare nei tempi o voto piu' alto e sforare?

    E' una scelta totalmente personale: ogni soluzione ha i suoi pro ed i suoi contro.
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    Rairana ti pegggioro di un pó quanto detto da migliorabile: ho un amico che faceva recruitment in una nota azienda di carburanti americana, qui in Italia.
    Se doveva scegliere tra un 100 e un 110, penso tu abbia capito quale sceglieva; sopratutto perché devi pensare che lo stipendio non sarebbe stato di piú per il 110 ma lo stesso...quindi magari si metteva un "con lode" in azienda a paritá di stipendio. Quindi se prendi la decisione di andare sulla specialistica bene sui consigli precedenti, altrimenti pensa a come affrontare la triennale.

    Per il metodo di studio, penso che sia troppo personale quindi difficile dare consigli! Per intenderci nel mio caso non riesco a ricordare neache un nome (si e no quello di mia Madre e manco sempre) ma sono fisionomista (mi ricordo di uno sconosciuto incontrato dal giornalaio se lo incrocio nuovamente per caso). Quindi di fatto "fotografo" alcune regole o le dimostrazioni che sono piú rognose o che nn mi entrano in testa; intendiamoci non ho poi cosí tanta memoria e di fatto quando si tratta di un appello le dimostrazioni le faccio sul momento! L'importante é fare "milioni" di esercizi: la pratica é tutto per capire la filosofia della materia che stai studiando!!! Peró torno a dire questo vale per me! Un altra cosa importante che se segui le lezioni a mio avviso puó aiutare: capire cosa voglia il prof di turno. Mi é capitato di essere bocciato e cambiare prof l'anno accademico successivo. Bhe l'approccio alla materia cambiava e quindi anche il tipo di risultato che lui si aspettava da noi studenti!!
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    Sono bene o male d'accordo con tutti i precedenti, ovvero:
    - Se pensi di non fare la magistrale, punta al massimo, anche a costo di perdere un anno (ovviamente, non 5, 10 anni come fanno alcuni);
    - Se pensi di fare la magistrale, è comunque meglio avere un voto alto (alcuni professori ad esempio permettono di fare dei progetti solo agli studenti con più di tot/110), ma soprattutto finisci in fretta; Alla magistrale invece punterai al massimo anche a costo restare un po' fuori corso (un po');
    - Cerca di capire come ragionano i professori; ad esempio, a me è capitato un prof. che faceva sempre il primo appello più semplice dei precedenti, e l'ultima lezione dava qualche consiglio (molto "camuffato") che tornava utile nel primo appello. Quindi se capivi queste due cose diventava relativamente semplice passare l'esame (che aveva una percentuale di superi del 10-11%, per cui era tra i più difficili);
    - Per finire l'università non conta solo lo studio. Ad esempio, ricordo che al terzo anno, quando dovevamo scegliere l'azienda con cui fare il tirocinio (in pratica, sul portale del poli c'era un elenco di aziende che offrivano tirocini, ti chiamavano secondo una graduatoria basata fondamentalmente sulla media e tu potevi scegliere l'azienda che volevi tra quelle rimaste; va da se che per capire meglio in cosa consistevano i tirocini offerti sarebbe stato bene chiedere un colloquio con le aziende che ti interessavano di più prima di prendere una decisione), molti degli studenti migliori sono arrivati il giorno in cui dovevano scegliere un'azienda senza saperer quale scegliere, per cui son dovuti ripassare il giorno dopo, quando ormai le aziende migliori erano già state scelte da quelli che avevano una media più bassa della loro ma si erano fatti furbi. Questo per dire che serve a poco studiare se poi non sai cogliere le occasioni.
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    @dvaosta, rimuoverei il 'serve o poco studiare', il motivo e' banale: COMUNQUE un'adeguata competenza culturale, prima o poi, ripaga.
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    migliorabile ha scritto:


    @dvaosta, rimuoverei il 'serve o poco studiare', il motivo e' banale: COMUNQUE un'adeguata competenza culturale, prima o poi, ripaga.
    Infatti è per quello che ho scritto "serve a poco" anziché "non serve a nulla".
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    Allora mettiamola cosi':

    contesto l'affermazione serve a poco studiare perche' e', implicitamente, un invito alla mediocrita' (inteso in senso dispregiativo).

    Gia' il livello culturale del "taliano" medio e' basso, affermazioni del genere non fanno altro che rafforzare ulteriormente l'idea che mediocre e' bello.

    Invece bisognerebbe inculcare (a martellate, se serve) ai ziovini che DEVONO puntare all'eccellenza.

    Gia' cosi' c'e' chi ci arrivera' e chi no, ma almeno avranno tentato.
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    migliorabile ha scritto:


    Allora mettiamola cosi':

    contesto l'affermazione serve a poco studiare perche' e', implicitamente, un invito alla mediocrita' (inteso in senso dispregiativo).

    Gia' il livello culturale del "taliano" medio e' basso, affermazioni del genere non fanno altro che rafforzare ulteriormente l'idea che mediocre e' bello.

    Invece bisognerebbe inculcare (a martellate, se serve) ai ziovini che DEVONO puntare all'eccellenza.

    Gia' cosi' c'e' chi ci arrivera' e chi no, ma almeno avranno tentato.
    La frase è "serve a poco studiare se poi non sai cogliere le occasioni."; mi pare che sia ben diverso dal dire semplicemente "serve a poco studiare.". Quello che volevo dire è che oltre a studiare cercando di fare del proprio meglio bisognerebbe anche mantenere il contatto con la realtà (nell'esempio che ho fatto, alcuni di quelli che non sapevano che azienda scegliere hanno addirittura rinviato il tirocinio, e di conseguenza la laurea). Bisognerebbe, insomma, essere più come il Talete che si fa i soldi con i frantoi e meno il Talete che per guardare le stelle cade nel pozzo.
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    Allora ti contesto anche la seconda parte: se poi non sai cogliere le occasioni.

    Vale anche il detto: chiusa una porta, si apre un portone.

    Se hai le competenze, le occasioni si trovano! NON capitano !

    E visto che ci siamo, contesto anche questa affermazione: bisognerebbe anche mantenere il contatto con la realtà.

    Fammi un esempio di personaggio che ha fatto i soldi/e' diventato famoso e che si e' semplicemente accontentato di mantere il contatto con la realta'!!!
    Bill Gates? Steve Jobbs? Zuckeberg? Knuth? I premi Nobel? ...

    I ragazzi che frequentano questo forum sono degli informatici, gente che DEVE usare la fantasia/immaginazione e la passione per fare qualcosa di piu' che non semplicemente il pigiatasti.

    Fra qualche anno, a fare i pigiatasti ci saranno gli indiani ed i cinesi (e gia' lo fanno!).

    Nota: anche se quel pischello di Talete di Mileto e' caduto nel pozzo, ha fatto qualcosa che nessuna persona semplice e' riuscita a fare: ha inventato la filosofia. Risultato di tutto rispetto, per un tontolone.
    Ed oggi, a son di guardare le stelle, abbiamo trovato il modo di guardarle da un po' piu' vicino!


    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Talet
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Servetta_trac
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Aneddoto_dei_frantoi_di_Talete

    (come volevasi dimostrare )
  • Re: Per un programmatore quanto è importante il voto di laurea?

    Ammesso che lo vedi, il portone. E hai detto bene, le occasioni si trovano, il che implica che bisogna saperle riconoscere.

    Comunque "anche" non vuol dire "solo" o "si è semplicemente accontentato di", per cui Gates, Jobs, Zuckemberg, Knuth ecc. non "si sono semplicemente accontentati di" ma hanno "anche" mantenuto il contatto con la realtà. La chiave del loro successo è il fatto che hanno sviluppato delle idee o dei prodotti rivoluzionari ma che erano utili a qualcuno.

    Comunque gli aneddoti su talete che hai citato (e che avevo citato anch'io) dimostrano proprio quello che sto dicendo: nell'aneddoto dei frantoi non c'è forse "anche" (non "solo") il contatto con la realtà?
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