A un bivio - Sistemista o programmatore?

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A un bivio - Sistemista o programmatore?

Ciao a tutti,

Scrivo qua perché non so più a chi chiedere consiglio. Sono un lavoratore nell'IT di 27 anni, laureato triennale al PoliTO in ingegneria informatica. Attualmente svolgo la professione di sistemista “di basso livello” (HelpDesk) già da due anni. Ovviamente, sono entrato in un'azienda, classica PMI, per fare tutt'altro (IoT, percorso ibrido sviluppo/sistemistica); dopo un anno di progettini ridicoli, l'azienda ha tagliato i fondi e si è risolto in un nulla di fatto. Quindi sono stato dirottato sul percorso sistemistico, che mi ha portato a fare HelpDesk a un buon livello orizzontale ma non verticale (nel senso che gestisco più o meno tutte le criticità della rete, dalle PdL ai servers, a switch, firewall, applicativi, SO linux e windows, ma nessuno di questi nel dettaglio). La promessa dell'azienda è sempre quella di fare altro in un “prossimo futuro” che non arriva mai.

In triennale di ing.informatica ho scoperto che la mia passione è lo sviuppo, e nell'ultimo anno, per mia curiosità, ho imparato e preso molta confidenza con HTML/CSS/Javascript e imparato per bene ReactJS. Mi sta piacendo molto l'ambito del front-end development, e pensavo di spostarmici, facendo già i primi colloqui. 
Dopo alcuni colloqui farlocchi, prassi della nostra Italietta, mi sono scontrato con uno scenario che mi ero già immaginato: la mia retribuzione attuale, ottenuta dopo aver completato un ciclo di apprendistato di 36 mesi, per alcune aziende risulta troppo alta in relazione al fatto che, a livello pratico, non ho maturato esperienza in azienda nel ruolo di front-end dev. Devo ancora affrontare i colloqui tecnici del caso, ma la mia domanda è: con una triennale al poliTO, con la mia giovane età (27 anni) e con solo 3 anni di lavoro pregresso in un altro settore, sono già così poco rivendibile se mi dicono che la mia attuale RAL da 28,5k + benefit è difficile da pareggiare?
Possibile che una buona laurea triennale in ing.informatica in un'università prestigiosa, un comprovato interesse a studiare e accrescere conoscenze per fatti miei mi rendano comunque non così tanto appetibile? Eppure non mi sembra una RAL mostruosa, solo leggermente superiore a un neofita della sviluppo. 

Per quanto io voglia mollare la sistemistica (che so non essere solo helpdesk, ma nessun ramo di quelli che ho esplorato mi appassiona) e passare allo sviluppo, mi brucerebbe assai accettare una RAL inferiore pur avendo un buon titolo di studio, un vivo interesse per la materia e comprovate capacità personali. 

Devo davvero continuare, mio malgrado, nella strada del system engineer?

8 Risposte

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    Se conosci bene una tecnologia, menti pure al colloquio dicendo che la stai usando nel tuo posto attuale. Tanto poi se ti fanno una domanda tecnica saprai rispondere, no?

    Altrimenti va a finire come hai già sperimentato. Che poi, magari, le stesse aziende che ti scartano sono piene di personale con esperienza nulla e nessuna voglia di aggiornarsi…

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    A me sembra che sia tutto molto soggettivo, cioè basato su quello che tu pensi di valere.

    Di laureati con le tue stesse caratteristiche ne esistono a bizzeffe e con piu esperienza comprovata nel settore dove ti vorrest  inserire, magari c9n una specializzazione effettiva.

    Le comprovate capacità personali, sono gli altri a dovertele riconoscere, non certo tu stesso.

     Presentandoti in questo modo ad un colloquio di lavoro, è gia tanto che ci arrivi a parlare di compenso e che non ti liquidino dopo 5 minuti con. “Lefaremo sapere" 

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    Perche' solo BIVIO e non TRIVIO? 

    ;-) 

    Terza opzione: mollare il lavoro stupidino, FINIRE come si deve il percorso universitario, è poi rientrare nel mondo del lavoro con TUTTE LE CARTE IN REGOLA per fare una carriera ragionevole (opportunità e fortuna permettendo, ovviamente)

    Triennale e' come Superiori PLUS: fondamentalmente hai accesso solo a lavori di ‘basso profilo’. 

    NON HAI una laurea, anche se piace chiamala cosi'.  Al piu' e' un diploma. Non si puo' essere EQUIPARATI ad uno con la Magistrale oppure con un Dottorato di Ricerca. 

    Non che con la Magistrale, all'inizio, questo sia molto diverso (continuerai a fare lavori stupidini) , ma almeno sai che puoi aspirare ad altro, con il tempo

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    30/11/2022 - Weierstrass ha scritto:


    Se conosci bene una tecnologia, menti pure al colloquio dicendo che la stai usando nel tuo posto attuale. Tanto poi se ti fanno una domanda tecnica saprai rispondere, no?

    Altrimenti va a finire come hai già sperimentato. Che poi, magari, le stesse aziende che ti scartano sono piene di personale con esperienza nulla e nessuna voglia di aggiornarsi…

    Hmmm, non sono il tipo che si fa problemi a mentire, ma mi pare una mossa un po' azzardata. Io ho sempre avuto il consiglio di “essere estremamente veritieri” ai colloqui, ovviamente con la dovuta intelligenza. Inoltre l'aver visto tecnologie in autonomia nel proprio tempo libero penso che costituisca un interessante valore, se non a livello tecnico, perlomeno a livello di soft-skill. 

    Dovrei anche modificare il CV, inoltre mi viene un po' di paura a pensare di essere preso in un ruolo senior nel quale effettivamente l'esperienza va oltre le conoscenze tecniche.

    Devo ammettere però che il “mettere le mani avanti” non mi ha portato a nulla di buono anni fa quando feci i primi colloqui da neolaureato. Quando ai colloqui dicevo (ad esempio) che la mia conoscenza di Java era puramente accademica frutto di un corso da 6 crediti, il recruiter di turno si demoralizzava e nemmeno mi faceva domande tecniche, sebbene da neolaureato non potesse essere che così, vedendo inoltre venire assunte altre persone di mia conoscenza che non avevano paura di dire che le cose pensavano di saperle.

    Ho un po' corretto questo aspetto, fortunatamente, ma mi riuscirebbe impossibile propormi come un mago del front-end, sebbene in questi mesi abbia fatto proprie tante tecnologie ad esso relative.

    30/11/2022 - fratac ha scritto:


    A me sembra che sia tutto molto soggettivo, cioè basato su quello che tu pensi di valere.

    Di laureati con le tue stesse caratteristiche ne esistono a bizzeffe e con piu esperienza comprovata nel settore dove ti vorrest  inserire, magari c9n una specializzazione effettiva.

    Le comprovate capacità personali, sono gli altri a dovertele riconoscere, non certo tu stesso.

     Presentandoti in questo modo ad un colloquio di lavoro, è gia tanto che ci arrivi a parlare di compenso e che non ti liquidino dopo 5 minuti con. “Lefaremo sapere" 

    Come ho scritto sopra, quando anni fa mi presentavo ai colloqui come un neolaureato spaurito che aveva paura di dire di anche solo “conoscere” un linguaggio di programmazione, non arrivavo nemmeno al colloquio tecnico.

    Parlo di “comprovate capacità personali” perché ho una laurea triennale al PoliTO e qualche progetto su github relativo a tecnologie che ho imparato da solo in un arco di tempo relativamente breve, nei ritagli di tempo del lavoro e del weekend. Non ho detto di possedere una conoscenza profonda dello scibile umano. 

    Inoltre relativizziamo la questione: io non mi sto applicando a delle offerte di lavoro esclusive ai laureati o ai dottorandi del CERN di Ginevra con RAL da 50k in su, mi sembra assurdo che sopra i 25k si facciano le pulci a un laureato desideroso di mettersi in gioco per una posizione di front-end developer.

    30/11/2022 - migliorabile ha scritto:


    Perche' solo BIVIO e non TRIVIO? 

    ;-) 

    Terza opzione: mollare il lavoro stupidino, FINIRE come si deve il percorso universitario, è poi rientrare nel mondo del lavoro con TUTTE LE CARTE IN REGOLA per fare una carriera ragionevole (opportunità e fortuna permettendo, ovviamente)

    Triennale e come superiori PLUS: fondamentalmente hai accesso solo a lavori di ‘basso profilo’. 

    Non che con la magistrale, all'inizio, questo sia molto diverso, ma almeno sai che puoi aspirare ad altro, con il tempo

    Questo purtroppo è fuori discussione. Re-iscrivermi all'università non è proprio una strada che al momento valuto. Ho buttato sangue e sudore sui libri già dalla prima liceo, in un istituto molto difficile che tornando indietro non rifarei, e al Politecnico di Torino la vita non è stata tanto più rosea. Il capitolo accademico/universitario per me è chiuso.

    Grazie al lavoro ho scoperto di avere effettivamente una passione per lo studio, che anni di superiori e università mi avevano fatto pensare di non avere. Ma lo studio personale, senza paletti, istituti, esami e crediti accademici (certificazioni e obiettivi personali esclusi, ovviamente). Studiare e arrivare a conoscere da solo ReactJS mi ha dato molte più soddisfazioni che passare con un ottimo voto Teoria Dei Segnali o Controlli Automatici. 

    Per quanto io abbia una mia ambizione, sedermi sulla poltrona della sede di Cupertino non rientra nei miei obiettivi (ma nemmeno quello di sedermi all'ultimo piano del Grattacielo San Paolo sinceramente).

    Arrivare un giorno a una ral di 40k sarebbe già un bel traguardo, o anche fare il team leader / solution architect in una PMI. 

    Triennale = superiori PLUS è una tua opinione personale che non solo non condivido, ma trovo che non abbia alcuna attinenza con la realtà, a meno che la realtà che intendi tu non sia fatta solo che di Machine Learning, Intelligenza Artificiale, Robotica avanzata, reti neurali e vari/affini (che, diciamocelo, nella cara italietta molte volte sono più specchietti per le allodole che altro, per come sono gestiti dalle aziende nostrane).

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    Leggendo quello che hai scritto, sopratutto sulle difficoltà della carriera scolastica, sorgono ulteriori dubbi.

    Al di là dei voti, la scuola serve per valutare i propri punti di forza e le proprie debolezze.

    Quindi se dici che lo studio non era il tuo forte, sorgono effettivi dubbi sulla qualità dello studio individuale e sulle effettive conoscenze acquisite, che rimangono ancora una tua valutazione personale.  Un conto è sviluppare cose personali, tra le quattro mura domestiche e che alla fine girano sempre intorno agli stessi argomenti e allo stesso codice e con tutta la calma del mondo, ed un conto è dover sviluppare contemporaneamente diversi applicativi, con soluzioni che non conosci, con tempi di consegna brevi, imprescindibili ed accavallati.

    E comunque, come detto di figure più preparate ne esistono a bizzeffe, quindi la laurea al politecnico, lascia il tempo che trova e circa 1600 al mese con zero esperienza, sono un buon inizio.

    Poi il mondo del lavoro funziona che prima ti fai le ossa, poi quando sai il fatto tuo cambi azienda, perché al 90 percento, potresti essere anche un genio, ma se prendi x, difficilmente l azienda per cui lavori ti alzerà di tanto lo stipendio.

    Poi c è anche chi con zero competenze, ma sa vendersi bene riesce a raggiungere posti blasonati, ma quella è un altra storia.

    Poi c e anche il fattore c…o

    Tornando poi al discorso scuola o lavori sottopagati, molti si fossilizzano solo sui voti o sullo stipendio, ma si dimenticano del vero valore aggiunto che danno indirettamente.

    Le conoscenze di persone e gli amici.

    Sono questi che possono veramente cambiare la vita, perché possono creare delle opportunità che non avresti modo di afferrare se non avessi frequentato quella detrminata scuola oppure se non avessi accettato un lavoro demmerda.

    Dico questo perché allo stato attuale un lavoro c9n un discreto stipendio già ce l hai, quindi valuta anche la possibilità di iniziare qualche piccola collaborazione in progetti esterni alla tua azienda, sempre che non ti vrei pproblemi contrattuali, cosi da metterti alla priva,sul serio e aumentare ulteriormente le tue conoscenze.

    Con lla scuola che hai fatto, sicuramente qualcuno che può aiutarti in tal senso lo cojosci.

    Poi quando avrai qualcosa di concreto su cui basare il tuo livello, potrai tentare di fare il salto.

    Se invece dovessi fallire, un lavoro gi lo hai. 

    Da come parli vorrsti salvare capra e cavoli ma nella realtà se fai il salto senza un minimo di garanzia rischi di perdere entrambi

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    Che l'opinione tu non la condivida era ovvio fin dal fatto che hai optato per la triennale e non per la magistrale. Questo non toglie il fatto che sei in diretta competizione con chi ha completato il ciclo di studi.

    L'"italietta" e' tale solo fintanto che uno la vuole vedere in questo modo. Non siamo i primi ma nemmeno gli ultimi. Il livello di preparazione fornito dalle nostre universita' e' abbondantemente migliore di parecchie altre realta' “blasonate”. C'e di meglio? Certamente, ma il peggio e' mooooooolto di piu'.

    Come azienda, se devo scegliere tra un laureato ed un diplomato, allo stesso stipendio, opto al 110% per il laureato (Magistrale!). Poi e' ovvio che esista il diplomato supergenio ed il laureato ‘braccia sottratte all’agricoltura', ma questi sono casi estremamente rari. Nel 99.9999% dei casi stiano parlando di una persona con ‘normali capacita’ cognitive' la cui unica differenza consiste nella ‘volonta’ di fare qualcosa/raggiungere un'obiettivo.

    Una RAL di 40K e' raggiugibile, ma dopo moooooolti anni e non certo facendo HelpDesk.

    Nella vita si fanno delle scelte, e bisogna accettarne le conseguenze, positive o negative che siano. 

    Dice il saggio: ‘la fortuna aiuta gli audaci’

    Giusto come nota finale: Front-End developer NON E' fare paginette stupidine in HTML +CSS+JS.

    La realizzazione di un ‘buon front-end’ e' TUTT'ALTRO che semplice. Direi anche che la complessita' e' paragonabile alla realizzazione del back-end. La mancanza del background ‘teorico’ che sta' alla base di questo tipo di lavoro e' fonte di preoccupazione per l'azienda che deve assumere. L'introduzione di una forza lavoro non competente puo' essere fonte non indifferende di rogne estremamente rognose. In altri termini: NON BASTA HTML,CSS,JS, serve anche tutto il resto. Dalla programmazione concorrente/distribuita/architetture distribuite/persistenza dei dati/programmazione ad eventi/… ed N-milioni di altre cose, comprendenti UN BEL PO' DI TEORIA (automi a stati finiti, espressioni regolari, grammatiche di chomsky, teoria dei compilatori, teoria delle reti, complessita' computazionale, funzioni ricorsive, algebra astratta, …)

    Imparare React lo puo' fare anche il diplomato delle superiori. Progettare React e' tutta un'altra storia ;-)

    Infine, NON SEI TU che devi valutare le TUE competenze, ma deve essere un'entita' “certificatrice” che ha TITOLO per farlo.

    Ovviamente non puo' farlo l'azienda: non ne ha il tempo ne l'interesse perche' ci sono gia' istituzioni prepostea farlo. Chi?  Guarda caso la stessa istituzione che hai deciso di non frequentare ;-)

    @fratac: mi genufletto ;-)

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    01/12/2022 - BR55HB ha scritto:

    Hmmm, non sono il tipo che si fa problemi a mentire, ma mi pare una mossa un po' azzardata. Io ho sempre avuto il consiglio di “essere estremamente veritieri” ai colloqui, ovviamente con la dovuta intelligenza. Inoltre l'aver visto tecnologie in autonomia nel proprio tempo libero penso che costituisca un interessante valore, se non a livello tecnico, perlomeno a livello di soft-skill. 

    Dovrei anche modificare il CV, inoltre mi viene un po' di paura a pensare di essere preso in un ruolo senior nel quale effettivamente l'esperienza va oltre le conoscenze tecniche.

    Devo ammettere però che il “mettere le mani avanti” non mi ha portato a nulla di buono anni fa quando feci i primi colloqui da neolaureato. Quando ai colloqui dicevo (ad esempio) che la mia conoscenza di Java era puramente accademica frutto di un corso da 6 crediti, il recruiter di turno si demoralizzava e nemmeno mi faceva domande tecniche, sebbene da neolaureato non potesse essere che così, vedendo inoltre venire assunte altre persone di mia conoscenza che non avevano paura di dire che le cose pensavano di saperle.

    Ho un po' corretto questo aspetto, fortunatamente, ma mi riuscirebbe impossibile propormi come un mago del front-end, sebbene in questi mesi abbia fatto proprie tante tecnologie ad esso relative.

    Bisogna essere ragionevolmente veritieri. Mentire sulle cose che sai fare è sbagliato. Ma se sei finito in una situazione aziendale del cavolo per colpe non tue, perché ne deve risentire la tua carriera? La prima fase di selezione la devi passare con gente che non sa niente del lavoro che dovrai fare.

    Non devi farti passare come un mago, ma semplicemente come una figura junior nel campo che ti interessa. Semplicemente devi forzare un pochino il CV mettendo qualcosa delle tecnologie che conosci e sulle quali vuoi sviluppare la tua carriera futura. Se la tua azienda ti ha assunto per fare una determinata cosa, metti quella cosa nel tuo CV, non che ti hanno reindirizzato alla bassa manovalanza. Anche nel remotissimo caso che controllassero a posteriori (nessuno avvisa a priori che stanno cercando di sottrarre un dipendente), non direbbero mai che ti hanno fatto uno scherzo del genere.

  • Re: A un bivio - Sistemista o programmatore?

    Ciao

    Scusa se mi permetto, però alla tua età credo ti debba concentrare più su cosa tu voglia fare da grande che su quello che ti rende di più in questo momento.

    Se a 27 anni ritieni che la strada del sistemista non faccia al caso tuo perchè preferisci il ruolo di programmatore, allora fossi in te mi sposterei senza tanti problemi (ammesso che non ce ne siano di economici).

    Probabilmente ti offriranno meno di quanto prendi ora, però diciamocelo chiaramente: lato sviluppo sei allo stesso livello di quando hai iniziato a lavorare nell'azienda attuale. Pertanto, perchè dovrebbero pagarti di più?

    Se non è un problema economico, guarda il lato “percorso personale:”

    1. Inizi un nuovo lavoro su qualcosa che ti piace
    2. Capisci come funziona il lavoro di frontend developer
    3. Se davvero ne hai le capacità, nel giro di qualche anno lo stipendio continuerà a salire
    4. Se non sale, comunque avrai competenze nuove nel settore da spendere quando ti proporrai ad altre aziende

    Se il problema è economico, inutile stare qui a discuterne: ti tocca rifiutare perchè non puoi fare diverso…

    Sugli altri discorsi, ammesso che abbia senso un'opinione:

    1. La laurea triennale concordo che sia poco più di un diploma. E' di più, ma non è una laurea magistrale… E soprattutto mancano proprio gli ultimi anni, quelli più “specialistici”
    2. Il fontend developer è oltre lo scrivere codice JavaScript/React/,,, Ci sono caratteristiche tecniche (es: architettura e spesso customizzazione dei controlli) ma anche funzionali (es: user experience). Queste difficilmente le impari “da solo”, poichè sono fonte si di studio, ma anche applicazione ed esperienza in determinati settori (quello che vale per la finanza è diverso da quello che vale per i videogames o per le PMI)
    3. Studiare “da soli” è molto più bello, l'ho fatto anche io. Però come suggerito serve anche che qualcuno “certifichi” queste tue capacità, altrimenti le aziende prendono il lato buono (ha voglia di fare) ma sottovalutano le competenze (dice di sapere ma è tutto da dimostrare). Se invece fai anche delle certificazioni “base”, allora il discorso cambia. Per esempio io ho imparato C# e tutto quello che concerne .NET, però per poterlo “spendere” ho dovuto dare anche la certificazione Microsoft. Nulla di ecclatante, è la certificazione più bassa perchè dice solo che conosco C#, però le aziende vedono “certificato Microsoft” e le cose cambiano parecchio. Spesa? 130€ circa per dare solo l'esame
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