Lasciare l'università per andare a lavorare?

di il
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Lasciare l'università per andare a lavorare?

Salve, come da titolo scrivo questo post per sentire pareri di programmatori, ingegneri, etc esperti e che hanno avuto esperienze anche simili magari...Ho quasi 20 anni e sono al secondo anno alla facoltà di informatica, dopo essermi diplomato come perito informatico col massimo dei voti.
Gia dalle superiori iniziai ad esplorare per conto mio il mondo della programmazione e, per quanto stupidi potevano essere i programmini che facevo, la materia mi ha sempre appassionato tanto. Il problema è che, spinto anche dalla volontà dei miei, ho iniziato il corso di laurea con un'idea forse sbagliata, ossia che per lavorare come tecnico programmatore non serva una laurea. Questo fatto, aggiunto poi alla difficoltà del corso e al fatto che forse davvero non fa per me l'uni (non sono riuscito a fare gli esami che mi aspettavo di fare e mi sembra tanto di perdere tempo), mi sta portando a chiedermi se vale la pena continuare oppure provare a fare un pò di esperienza lavorativa. Credo che quest'ultima possa essere un modo per schiarirmi le idee sull'effettiva utilità della laurea (triennale per ora intendo).
Molti dicono "eh ma è diverso il laureato in computer science dal programmatore" oppure "eh ma il programmatore autodidatta fa copia incolla da stack overflow", ma perchè lo dicono? Cioè io sono al secondo semestre del secondo anno eppure mi ritrovo perfettamente con l'idea di informatico che avevo, cioè di una persona che si specializza in uno degli ambiti coperti dalla computer science e che si inserisce in un contesto lavorativo spesso al di sotto di figure come ingegneri etc e fa il suo dovere. Forse ho detto tante stupidaggini in questo post, spero che qualcuno riesca a farmi ragionare ...

2 Risposte

  • Re: Lasciare l'università per andare a lavorare?

    Ti devi autovalutare: se non ce la fai a dare gli esami, è effettivamente inutile insistere.

    Non è indispensabile per lavorare, ma capisci bene che se si presenta a un colloquio un perito col massimo dei voti e che ha preso anche la laurea, tu partirai svantaggiato
  • Re: Lasciare l'università per andare a lavorare?

    Guarda il "problema" e' questo:
    qualsiasi sia il corso di laurea che stai seguendo (Informatica o Ingegneria informatica), sicuramente hai una parte pratica (poca perche' dovuta a progetti e quant'altro) ma in realta' ti stanno dando le basi per essere un teorico ed un progettista prima di tutto.

    Non capire male: per teorico intendo che non esci da li che sei uno smanettone. Lo smanettone ce l'hai nell'indole non certo perche' dei professori ti danno un qualche "Imprinting" in tal senso. Ma hai basi per cui sei un risolutore di problemi in qualche modo.
    (storia personale) In uno degli esami che ho dato c'era la progettazione di un APP android che doveva essere un lettore QR che serviva per attivare alcune funzioni su WEB. Bene il lettore QR vero e proprio si basa su una libreria molto usata che trovi free tranquillamente ma io mi sono presentato con la libreria di google di cui il prof non sapeva niente, ti dico solo che si e' preso l'appunto di dove trovarla e ha incominciato a parlare in romanaccio talmente si era eccitato!! L'esempio e' per farti capire che lui e' un professore ma io uno smanettone (un po' attempato per carita').

    Facciamo un esempio pratico (!!): l'azienda in cui lavori stringe un contratto con una grossa azienda di supermercati (che ne so CONAD, PIM ecc), il problema da risolvere ad esempio e' la progettazione di un nuovo applicativo e relativa base dati per la gestione del magazzino, delle casse, gestione arrivi merci, fatturazione ecc.

    Cosa succede? ci saranno delle persone che progettano a livello di algoritmo alcune funzioni, altre persone che lavoreranno sugli schemi per il DB. Dopo diversi raffinamenti il tutto viene spezzettato per diversi team e per diverse persone nel team che poi andranno a implementare ( a smanettare se vuoi) con il codice una piccola parte del tutto.

    Ora... lo tirata facile facile perche' tutta la parte di studi e di analisi del problema corrispondono ad esami e libri che ne parlano su come si faccia, senza mai toccare una linea di codice!!

    Allora non ti laurei ma sei cosi' bravo che ti prendono in una software house (chissa' si dice ancora cosi'?) e ti mettono a programmare questi famosi pezzi del software che hanno progettato. Se a te va bene e non ti lamenti di non riuscire a fare carriera (o comunque a farla in maniera molto lenta) va bene!
    Ma qui sei in Italia ( e io sto parlando di aziende medie non piccole a conduzione familiare): ricorda che tra te ed un ingegnere con la triennale da 110 e lode all'assunzione lo stipendio e' uguale; mi ci ha fatto pensare un amico che lavora in Risorse Umane di un'azienda pertrolifera.

    Per chiarire e concludere: se lo stipendio e' 1000 euro al mese, mi conviene assumere un laureato con 110 minimo, lo pago uguale e puo' darmi qualcosa in piu'...e' un investimento ( il mio amico in realta' parlava se assumere un 96 o un 110, ovviamente a parita' di stipendio prende il 110, figuriamoci tra un diplomato e un laureato per un posto da programmatore).

    All'opposto, un altro mio amico si e' trasferito all'isola di Wight, non ha la laurea e ora lavora per una societa' in ambito informatico controllata dall'universita' del luogo dopo essere stato in una societa' (grandezza media) sempre in abito informatico!!

    Scusa forse sono un po' negativo, ma dato che alla tua eta' ho fatto la stupidaggine di lasciare gli studi perche' troppo teorici e io invece volevo programmare, poi mi sono mangiato le mani fino ai gomiti...Da qualche anno ho ricominciato, ma studiare con lavoro e famiglia ti assicuro che non e' cosa facile.
    Ma anche lavorare e studiare (senza la famiglia) non lo e' piu' che altro perche dopo una giornata al PC a fare l'informatico, continui a studiare informatica...il cervello va in pappa....pensaci

    bye
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