[università] scelte del futuro

di il
70 risposte

70 Risposte - Pagina 3

  • Re: [università] scelte del futuro

    Sembra che mi stai prendendo in giro dicendo:
    "... non so cosa fare ... => mi iscrivo ad una generica facoltà di informatica\ingegneria informatica"
  • Re: [università] scelte del futuro

    Hai ragione
    cambio in "non so cosa voglio fare DI PRECISO ...
  • Re: [università] scelte del futuro

    Leggendo questa discussione, ho notato in me una profonda differenza "culturale" (se così si può dire), mi sembrate persone molto esperte e con idee ben chiare in testa oltre che spiegate i vostri concetti con riferimenti che non comprendo del tutto.
    Forse mi sto pentendo di aver percorso un indirizzo professionale. Forse è vero che l'università apre la mente.

    Tuttavia non comprendo bene una cosa: cosa serve per specializzarsi in programmazione, grafica digitale, web e tutto ciò che ne è collegato?
    La propria iniziativa personale? La passione?

    L'università in questa strada è una via sbagliata?
    Mi piacciono questi argomenti, appunto, per passione.
    Ma non ho ben chiaro in cosa si può evolvere questa mia passione, non ho un'idea ben chiara di ciò che voglio fare.

    Quindi, per avere un'idea astratta, queste conoscenze in quali indirizzi lavorativi possono condurre?
    Inoltre, cosa fa esattamente un "webcoso"?
  • Re: [università] scelte del futuro

    Mettila così:
    Per essere programmatori con la P maisucola, secondo me ci vogliono 2 cose:
    1) essere smanettoni/appassionati/fissati
    2) avere un percorso di studi che ti dia il "modo" di approcciare i problemi per risolverli!
    Quando ti dicono che probabilmente lo studio delle derivate fatte ad analisi matematica non servono a niente, puó essere vero da una parte, ma ti da il "modus operandi"/l'ordine mentale con cui approcciare le problematiche. Magari sono capacità che uno puó acquisire sul campo negli anni per carità...il mondo dell'informatica è divenuto così vasto che magari qualche nozione di statistica oppure di fisica potrbbe tornarti utile! Poi alcune aziende optano per un buon diplomato con le certificazioni cisco e via dicendo. Ho una amico che per anni ha lavorato nel reclutamento del personale di un azienda petrolchimica; mi diceva: se devo scegliere tra uno che ha preso 100 come voto di laurea oppure uno che ha preso 110, scelgo quest'ultimo a parità di preparazione, tanto lo stipendio rimane lo stesso, ma io mi sono assicurato un 110 in azienda. In ultimo , non ti aspettare di uscire dall'università e sapere tutto. Normalmente sai 1/100 di quello che serve. Quindi oltre a studiare devi comunque continuare ad essere uno smanettone!!!! Bye p.s. Ti serve un buon Inglese, ovvio!
  • Re: [università] scelte del futuro

    angi99552 ha scritto:


    Leggendo questa discussione, ho notato in me una profonda differenza "culturale" (se così si può dire), mi sembrate persone molto esperte e con idee ben chiare in testa
    Bhè sto andando per i 44, e "compio" tra poco 30 anni di lavoro nell'informatica.
    Forse è vero che l'università apre la mente.
    Mah
    Tuttavia non comprendo bene una cosa: cosa serve per specializzarsi in programmazione, grafica digitale, web e tutto ciò che ne è collegato?
    La propria iniziativa personale? La passione?
    Non l'università italiana
    Ma non ho ben chiaro in cosa si può evolvere questa mia passione, non ho un'idea ben chiara di ciò che voglio fare.
    Vedi? Mi stai dando ragione
    Quindi, per avere un'idea astratta, queste conoscenze in quali indirizzi lavorativi possono condurre?
    Tutti e nessuno.
    Normalmente, dico normalmente, lavorerai come "operaio informatico" in un'azienda più o meno grande, con un contratto da metalmeccanico (da commesso se ti va bene) per circa 1.300 euro mensili
    Inoltre, cosa fa esattamente un "webcoso"?
    Fa quello che vuoi fare te
    Cioè tutto quello legato al mondo web, in pratica siti web, grafica e così via.
  • Re: [università] scelte del futuro

    Gincum ha scritto:


    Quando ti dicono che probabilmente lo studio delle derivate fatte ad analisi matematica non servono a niente, puó essere vero da una parte, ma ti da il "modus operandi"/l'ordine mentale con cui approcciare le problematiche.
    Mi fai un esempio concreto, giusto uno solo, di quanto affermi?
    Cioè quale misterioso e magico "modus operandi", o "forma mentale" o chissà che si acquisisce?
    Perchè i VENDITORI, cioè chi ti vende il servizio a pagamento, in sostanza quelli che lavorano nell'università, ti diranno che imparerai questo e quello.
    OK.
    Però in cosa consistono queste magiche capacità?
    Personalmente sarei abilitato (... in teoria...)a insegnare (... non so adesso i termini precisi e neppure me ne frega nulla...) la matematica in tutte le scuole, tipo licei scientifici.
    Ma a che serve? E per un webcoso?

    PS poi magari parliamo un pochino del perchè l'intero programma di matematica di licei ed università basiche è del tutto superato ed inutile, con problemi che non esistono nel mondo reale, e che si continuano ad insegnare per mera inerzia.
    Studio di funzioni ad esempio: la base dell'intero corso di studio del liceo scientifico.
    Inutile nella pratica. Anni di studio sprecati.
    Continuità e integrabilità all'università (parlo dei corsi per bimbiminkia, cioè i primi).
    Inutili nella pratica. Anni di studio sprecati.

    Di nuovo: si insegna il tango a chi servirebbe il ballo latino, e viceversa.

    PS/2 per quanto mi riguarda c'è una SOLA forma mentale effettivamente utile da imparare facendo l'informatico.
    Ed è il mitico "Problem Solving" (con le iniziali maiuscole), ma declinato nel modo giusto.
    Cioè: dato il problema X, trovare la soluzione Y e magari provare che è corretta.
    Tutti i passi intermedi son ..zzi tuoi.
    Che è quello che succede nella vita reale, nel mondo del lavoro, dove non gliene fregherà niente a nessuno di fare il grafico di una
    funzione o trovarne i punti di flesso o fare chissà che, anche perchè le funzioni della vita reale NON sono continue e NON sono analitiche
    (* qui cuttone)
  • Re: [università] scelte del futuro

    Ed infine un dettaglio per chi tira sempre fuori la del tutto risibile tesi che all'università non si impara un mestiere.
    Purtroppo, dico io.
    Sarebbe il risultato MINIMO (necessario, ma non sufficiente).
    Dovrebbe pur sempre essere un facoltà scientifica, non una "roba" del tutto inutile tipo Lettere, Scienze Politiche, della Comunicazione e simili.
    LI' effettivamente tutti sanno che non servono assolutamente a niente, se non per i concorsi pubblici e il "dott"

    Provate ad immaginare un mondo in cui un chirurgo neolaureato vi opera col livello di preparazione di un neoinformatico (cioè zero)
    Poi smettete di pensarci, perchè è un incubo devastante.

    Purtroppo l'informatica, non essendo regolamentata, prevede la jungla tra bimbiminkia, smanettoni, neolaureati, professionisti, guru e così via tutti "mischiati".
    Un chirurgo prima di bucarti la pancia si suzza almeno 11 anni di studio e pratica (11 se va bene), e nonostante tutto appena arriva in reparto è proprio l'ultimissima ruota del carro.

    Qua sembra che dopo aver passato 3 anni, di cui almeno 1,5 sprecati su argomenti del tutto inutili, e magari un altro anno sprecato a cazzeggiare con tutti i vari esamini ridicoli odierni [NB ho due nipoti che si laureano proprio quest'anno, quindi vedo com'è ridotta l'università...], cioè alla fine con l'equivalente di 6 mesi di preparazione vera, si sia pronti per fare chissà che.
    Le piade, ecco per quello (forse) si è pronti.

    Sempre al netto delle capacità personali: il "materiale" è grosso modo sempre quello, qui si discute di formazione, non di capacità.
  • Re: [università] scelte del futuro

    +m+ ma tu ogni tanto leggi quello che scrivono gli altri oppure no?
    Hai pure citato il passaggio dove scrivo che è roba inutile e praticamente non lo hai letto visto che affermi che dico il contrario.

    Hai mai visto un che ha fatto il liceo classico fare Ingengneria?
    Come ce lo porti a dargli un rigore nella logica che deve applicare come chi è già svezzato con la programmazione? E non mi dire che sono tutte ***** che chi fa il classico non fa ingegneria o la lascia quasi subito, perché ho una paio di ragazzotti che vanno come treni (una volta capito come si fa ovviamente).

    Poi se vogliamo discutere della preparazione carente ok! Ma non è l'unico campo. Giusto giusto, guarda i medici di oggi che si attengono al protocollo e non sanno più prendere decisioni e guarda un medico di 30 anni fa come si comporta e cosa è in grado di fare! a questo punto visto che è tutto sbagliato, in Italia non ci si deve più mettere davanti ad un pc ma vanga in mano e via nei campi...che detto tra noi è più salutare sicuramente.
  • Re: [università] scelte del futuro

    Gincum ha scritto:


    +m+ ma tu ogni tanto leggi quello che scrivono gli altri oppure no?
    Bhè ci provo.
    Ma ogni tanto leggi quello che tu stessi scrivi?
    Hai pure citato il passaggio dove scrivo che è roba inutile e praticamente non lo hai letto visto che affermi che dico il contrario.
    Quando ti dicono che probabilmente lo studio delle derivate fatte ad analisi matematica non servono a niente, puó essere vero da una parte, ma ti da il "modus operandi
    Hai mai visto un che ha fatto il liceo classico fare Ingengneria?
    Sì, e diventare poi professore ordinario a poco più di 30 anni (era il mio controrelatore)
    Come ce lo porti a dargli un rigore nella logica che deve applicare come chi è già svezzato con la programmazione?
    Non capisco cosa c'entri la sKuola superiore con l'università.
    Niente. Ma proprio niente
    E non mi dire che sono tutte ***** che chi fa il classico...
    Già scritto sopra.
    Poi se vogliamo discutere della preparazione carente ok! Ma non è l'unico campo. Giusto giusto, guarda i medici di oggi che si attengono al protocollo e non sanno più prendere decisioni e guarda un medico di 30 anni fa come si comporta e cosa è in grado di fare! a questo punto visto che è tutto sbagliato, in Italia non ci si deve più mettere davanti ad un pc ma vanga in mano e via nei campi...che detto tra noi è più salutare sicuramente.
    Sarà, ma noto che non contesti quanto affermo.
    Cioè che la preparazione effettiva, concreta, di una laureetta generica informatica odierna tende a zero, anzi se vuoi a un eps^2

    Aspetto poi di capire quale sarebbe il "magico" imprinting in concreto, non con le mere propalazioni di chi VENDE (come chiedere all'oste se il suo vino sia buono).
    Magari mi sbaglio, eh? Succede anche a me.
    L'ultima volta nel 2008, ad esempio.
  • Re: [università] scelte del futuro

    Quindi, al netto di flame e blabla, sintetizzerei così, e vediamo se qualcuno riesce a confutare dati alla mano

    1) la preparazione delle laureette è minima, il neolaureato praticamente non sa fare nulla
    2) vengono studiate caterve di materie pressochè inutili
    3) la presunta "forma mentale" acquisita è snake oil, o mera pubblicità
    4) non serve nell'ambito informatico una laurea per fare qualcosa(al contrario delle altre professioni regolamentate)
    5) lo stipendio di un dipendente è invariante rispetto alla laurea
    6) visto il punto 5) conviene assumere chi ha già una laurea
    7) avere o no una laurea non è sinonimo di saper far l'informatico bene. anzi, personalmente uno dei pochissimi che ritengo alla mia altezza (nella professione) è un ragioniere, ma riconosco che (in certi campi) è anche meglio di me
    avere una scarissima formazione non significa essere idioti. neppure essere giovani è sinonimo di idiota. si può essere giovani E idioti, e giovani E in gamba.
    9) le sKuole superiori non servono pressochè a nulla per la preparazione universitaria scientifica, in particolare praticamente l'intero corso del liceo scientifico (matematica) è pressochè obsoleto ed inutile => punto 2
    10) se fai il liceo classico o che ne so il geometra puoi benissimo laurearti in informatica-matematica-fisica-astronomia. Vale il punto =>8
    11) fermi i primi 10 punti, studiare (una materia scientifica) dev'essere un MEZZO per arrivare a QUALCOSA. Il "pezzo di carta" generica non vale praticamente più niente (punti 5 e 6), tranne che per i concorsi pubblici. Nel qual caso consiglio scienze politiche, laurea jolly (del nulla) che vale 100 volte più di informatica o ingegneria.
  • Re: [università] scelte del futuro

    Sono d'accordo con Gincum.

    La forma mentis fornita dalle universitá é fondamentale.

    Ma chi non la ha continuerá sempre a dire che non serve a niente, succede sempre cosi (quando la volpe non arriva all'uva dice che é acerba)
  • Re: [università] scelte del futuro

    mydb ha scritto:


    Sono d'accordo con Gincum.

    La forma mentis fornita dalle universitá é fondamentale.

    Ma chi non la ha continuerá sempre a dire che non serve a niente, succede sempre cosi (quando la volpe non arriva all'uva dice che é acerba)
    Me la spieghi cosa sarebbe questa "forma mentis"?

    Purtroppo ho delle voragini cognitive, cerco sempre qualcuno che me lo chiarisca.
    Perchè hic Rhodus, hic salta
  • Re: [università] scelte del futuro

    Te lo spiego subito:

    All'universita ci sono diversi esami ritenuti poco utili e che appunto servono a dare questa forma mentis.

    Un esempio di esame é Analisi Matematica 1-2
    Per tale esame si richiede (tra le altre cose) la conoscenza di dimostrazioni di teoremi anche in alcuni casi abbastanza complessi.
    Le dimostrazioni partono da una ipotesi e lo studente deve dimostrare la tesi attraverso passaggi RIGOROSI.
    Lo studente si troverá per forza di cose a ragionare scomponendo il problema in sottoproblemi e a seguire un rigore logico ben preciso.

    Per l'esame sono richiesti molti teoremi e tutti rigidi, va da se che lo studente a forza di fare questo tipo di esercizi svilupperá questa elasticita mentale e questo rigore logico (la Forma Mentis appunto).

    Non farai fatica a comprendere che nella progettazione di un algoritmo complesso tale forma mentis serve e non poco
    --CVD--
  • Re: [università] scelte del futuro

    +m+
    Tagliamo la testa al toro:
    nel tuo post precedente il punto 6 rimanda al punto 5.
    Quindi tra un diplomato e un laureato, a parità di stipendio, chi assumeresti?

    Poi lasciamo perdere che io la veda come mydb, problema mio per carità! La domanda del post quale era? Se investire nella laurea e quale indirizzo scegliere...
    Mi sembra non ci sia niente altro da aggiungere.

    Un saluto
    G
  • Re: [università] scelte del futuro

    mydb ha scritto:


    te lo spiego subito:

    All'universita ci sono diversi esami ritenuti poco utili e che appunto servono a dare questa forma mentis.

    Un esempio di esame é Analisi Matematica 1-2
    Per tale esame si richiede (tra le altre cose) la conoscenza di dimostrazioni di teoremi anche in alcuni casi abbastanza complessi.
    Le dimostrazioni partono da una ipotesi e lo studente deve dimostrare la tesi attraverso passaggi RIGOROSI.
    Lo studente si troverá per forza di cose a ragionare scomponendo il problema in sottoproblemi e a seguire un rigore logico ben preciso.

    Per l'esame sono richiesti molti teoremi e tutti rigidi, va da se che lo studente a forza di fare questo tipo di esercizi svilupperá questa elasticita mentale e questo rigore logico (la Forma Mentis appunto).

    Non farai fatica a comprendere che nella progettazione di un algoritmo complesso tale forma mentis serve e non poco
    --CVD--
    Bhè per ordine.
    Analisi 1, 2 e 3 (perchè c'è pure III) avevano corsi pari agli odierni analisi 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10 (duravano da settembre a giugno).
    Però mai e poi mai lo studente faceva qualcosa di più di imparare, grosso modo a memoria, le dimostrazioni [la situazione era diversa per Fisica, molto diversa]

    Quindi non scomponeva il problema in niente: leggeva e rileggeva le dimostrazioni ricopiandole fino a saperle fare a memoria.
    Nel mio caso, per Analisi 1, erano circa 120 (* rammento che il programma esame e la durata era come 3 esami di analisi 1 odierni, per chi è troppo giovane per conoscere il mondo pre-riforma)

    Quindi l'unica elasticità mentale che si imparava, e penso accada ancor oggi, era quella di studiare argomenti che venivano immediatamente (o quasi) "formattati" lo stesso pomeriggio della verbalizzazione.

    Non so quale algoritmo complesso poi venga "progettato" (qualsiasi cosa ciò significhi) all'università, soprattutto odierna, dagli studenti.
    Sono esercizietti banali cui applicano, al massimo, qualche algoritmino GIA' studiato ed ampiamente rodato.
    Una sorta di "copia-incolla" stile google; neppure nella "tesina" - del tutto inutile - si fa più qualcosa di ricerca [tranne rarissime eccezioni]

    Vorrei proprio vedere uno studente qualsiasi, diciamo dopo 6 mesi dalla laurea (quindi non dopo 100 anni), se riesce a dimostrare anche solo il teorema fondamentale del calcolo integrale.
    O magari anche solo un Ford Fulkerson.
    Ovviamente avendo a disposizione un foglio di carta, una matita e la mitica "forma mentale".
    Secondo te dovrebbe farcela senza il minimo problema.
    Io dubito.
    -----

    Riassumendo: la forma mentale che si acquisisce in una tipica università italiana, da quanto scrivi, è la Xerox,
    ma non mi sembra un granchè.

    Nei tempi "eroici" non è che fosse molto diversa, la base era sempre quella. Però c'era molto meno "pappa fatta", e gli esercizi e gli elaborati erano spaventosi, rispetto agli standard odierni.

    Ma del tipo che davvero richiedevano una "forma mentale evoluta", come il mio esame di Fisica I (giusto ieri ho visto il film 2012 su un qualche canale e mi è venuto in mente...)

    - dato un satellite artificiale in orbita intorno alla Terra calcolare il decadimento dell'orbita (N.B. esame di Fisica I, le equazioni differenziali non fanno parte del programma, si facevano in Analisi II e quindi per Fisica II. Bisogna quindi "inventarsele". Non so se mi spiego...)
    - dato un meteorite lanciato verso la Terra con determinate caratteristiche calcolare se sarebbe riuscito a colpire la superficie oppure no
    - data una persona con pelle di superficie 1,5mq che corre lungo la spiaggia per un tot di tempo ad una certa temperatura, stimare
    la quantità di acqua che deve bere

    all'orale invece domande del genere
    "ti trovi vestito al centro di un lago ghiacciato privo di attrito. stai congelando. come ti salvi?"
    oppure
    (lancio di una moneta verso di te che la prendi al volo)
    "calcola, stima o determina l'integrale della superficie sottesa dal moto della moneta"

    L'idea era quindi (poi non è che ci si riuscisse sempre, intendiamoci!)
    "applica ai casi concreti quello che hai studiato, esattamente quello che dovresti fare nella vita reale, non basta sapere le dimostrazioni, non servono a una ceppa, sono banali, basta leggerle e rileggerle, le diamo per scontate come pre-requisito".
    La triade
    - elaborato
    - scritto
    - orale
    con la variazione
    - elaborato
    - scritto
    - prova teorica scritta (sì, per Analisi 1 ad esempio c'era pure l'orale scritto, così da evidenziare ogni minima sbavatura)
    - orale

    mirava a questo.
    Non credo che oggi accada qualcosa del genere.

Devi accedere o registrarti per scrivere nel forum
70 risposte